Casella di testo: LE ClassI ScheletricHE IN ORTOGNATODONZIA

Le classi scheletriche permettono essenzialmente di classificare in tre categorie il rapporto posizionale, su un piano sagittale (di profilo), della maxilla rispetto alla mandibola attraverso la valutazione cefalometrica di un angolo maxillo-cranio-mandibolare detto ANB.
La maxilla è la struttura ossea su cui sono posizionati i denti dell’arcata superiore mentre la mandibola accoglie gli elementi dentali dell’arcata inferiore. 

Per prima classe scheletrica (angolo ANB tra 0 e 4 gradi) si intende una condizione in cui il rapporto posizionale sul piano sagittale tra maxilla e mandibola rientra nei parametri fisiologici, senza però entrare nel merito di tutte le altre variabili che possono costituire ulteriori elementi patologici da trattare.
Il profilo del soggetto appare quindi, in relazione a tale parametro, sostanzialmente armonico.

Per seconda classe scheletrica (angolo ANB maggiore di 4 gradi) si intende una condizione in cui il rapporto posizionale sul piano sagittale tra maxilla e mandibola risulta patologico per aumento della distanza tra queste basi ossee. Tale condizione può dipendere da un’eccessiva protrusione maxillare, da un’eccessiva retrusione mandibolare o dalla sommatoria di entrambe le condizioni.
Il profilo del soggetto appare quindi, in relazione a tale parametro, tendenzialmente convesso, spesso con maxille particolarmente evidenti per la protrusione e/o mandibole retruse.

Per terza classe scheletrica (angolo ANB minore di 0 gradi) si intende una condizione in cui il rapporto posizionale sul piano sagittale tra maxilla e mandibola risulta patologico per l’inversione negativa della distanza tra queste basi ossee. Tale condizione può dipendere da un’eccessiva retrusione maxillare, da un’eccessiva protrusione mandibolare o dalla sommatoria di entrambe le condizioni.
Il profilo del soggetto appare quindi, in relazione a tale parametro, tendenzialmente concavo, spesso con mandibole particolarmente evidenti per la protrusione e/o maxille retruse.

Tali malformazioni facciali possono raggiungere gradi così elevati da richiedere, a fine crescita, un intervento chirurgico sulle ossa mascellari (si tratta in genere di interventi combinati maxillo-mandibolari) per riguadagnare un nuovo equilibrio posizionale, funzionale ed estetico.

Quando già da bambini è evidente una protrusione o retrusione di una base ossea occorre ricorrere al parere dello specialista che, previo una particolare radiografia del cranio (teleradiografia) e relativo studio cefalometrico, potrà stabilire l’entità della malformazione ed operare le cure ortodontiche, o meglio ortodontico-ortopediche, per contenere nei limiti del possibile la crescita esuberante o deficitaria dei mascellari.

Ovviamente è molto importante eseguire le suddette terapie ortodontiche nei bambini durante la fase di crescita, e spesso per tutta la parabola di crescita attiva, per intercettare la tendenza negativa e ridurre il più possibile la discrepanza tra le basi ossee ed il rischio di una correzione chirurgica nell’età adulta.

Se le cure vengono interrotte precocemente spesso si assiste alla ripresa della crescita in senso patologico con vanificazione degli sforzi compiuti sino a quel momento.

Dott. Viviano Maurizio Palombo

STUDIO ODONTOIATRICO E ORTODONTICO Dott. Viviano MauriziO Palombo

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